I due erano molto legati l’uno all’altra e, fin dalla giovane età, in conflitto con i genitori. Il padre smise di lavorare quando Charles era poco più che ventenne, obbligando il figlio ad assumersi la responsabilità della famiglia. La madre pare fosse autoritaria ed intransigente, specie con Mary, di 10 anni più grande del fratello. Mary, che manifestava spesso segni di squilibrio, durante un attacco di follia, uccise la madre. Fu Charles a prendere in mano la situazione riuscendo ad evitare che internassero la sorella e facendo in modo che quest’ultima fosse affidata alle sue cure.
Scrittore (la sua opera più nota è “Essays of Elia”), figura centrale del panorama letterario inglese del primo ‘800, era uno dei maggiori studiosi di Shakespeare e del teatro elisabettiano del suo periodo. Era anche molto amico di Wordsworth, Coleridge e Hazlitt. Charles, che aveva con la sorella un legame molto solido, condivise con lei la sua passione per la scrittura. Insieme, realizzarono un libro intitolato “Tales from Shakespeare”, commissionatagli nel 1806 dall’editore di libri per ragazzi William Godwin. Scopo dell’opera era divulgare quanto più possibile le opere shakespeariane, grazie a dei racconti che ne riassumessero la trama e fossero destinate ai più giovani. Il criterio adottato dai due fratelli fu semplificare la vicenda originale escludendo, per quanto possibile, i personaggi e gli intrecci secondari e cercando di rimanere fedeli al linguaggio di Shakespeare, pur eliminando i dialoghi.
Il risultato è gradevolissimo, le storie mantengono tutto il loro fascino, sono solo più corte e più semplici! Potremmo considerarli dei bigini delle opere del bardo. Se dunque, volete rinfrescarvi la memoria su “Romeo e Giulietta” o “Amleto” o se vi sfuggono gli intrecci malvagi delle figlie del “Re Lear”, il piccolo volume di Sellerio fa al caso vostro. Sarà, davvero, una piacevole lettura!
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