In “SANGUINA ANCORA”, Nori ricostruisce la vita e le opere di Fëdor Dostoevskij mettendone in luce il genio, le aspirazioni rivoluzionarie e i vari aspetti della straordinaria personalità. Ne fa il filo conduttore per la sua dichiarazione d’amore nei confronti del grande autore e in generale verso ”la letteratura più bella del mondo, ma non è che voglio convincere tutti, e il mio sentimento nei confronti di chi, per esempio, non ha mai letto Puškin. Gogol’, Lermontov, Leskov, Dovstoevskij, Turgenev, Tolsoj, Cechov, Bulgakov è di invidia, perché che meraviglia, che ha davanti, se si dovesse mai decidere di mettersi per strada.”
Quando a quindici anni, il giovane Paolo legge per la prima volta “Delitto e castigo”, si apre nel suo cuore una ferita, che sanguina tutt’ora: è in quel momento che scopre che qualcuno “centodieci anni prima a tremila chilometri di distanza, ….mette per iscritto le domande che tutti noi ci facciamo e che non osiamo confessare a nessuno”. Nori dedica dunque la sua vita allo studio del russo e della sua letteratura, scoprendo che i romanzi di Dostoevskij, ma anche quelli di Tolstoj e degli altri grandi autori, sono opere che parlano una lingua “superiore dell’arte, non rispondono solo alle nobili necessità dell’anima, parlano di me, delle mie miserie, delle mie paure, delle mie ferite, della mia famiglia, del mio essere solo…”. Attraverso Dostoevskij, Nori ci racconta la sua di vita e di come lo studio e l’amore per la letteratura russa lo abbiano portato a diventare quello che è. Grazie ad una prosa fluida, ricca di digressioni e parentesi, il romanzo/non romanzo di Nori è dunque una biografia, ma anche un’autobiografia e, allo stesso tempo, una preziosa critica letteraria, soprattutto per neofiti come me. Si è rivelata inoltre essere davvero una lettura piacevolissima che mi ha aiutato a conoscere un po’ di più Dostoevskij e soprattutto a invogliarmi a leggere presto qualcuno dei suoi straordinari romanzi.
“I RUSSI SONO MATTI” invece è un mini corso di letteratura russa, dove Nori attraverso pensieri davvero in libertà prova a tratteggiare ciò che la letteratura russa rappresenta per lui e quello che offre a chi la volesse affrontare. Anche in questo testo, ribadisce il concetto che “i libri, quelli belli, e gli scrittori, quelli bravi, fan questo effetto che, non so come dire, ti feriscono. Ti fanno stare male. E uno dei pregi della letteratura russa, dal mio punto di vista, è che è la letteratura che mi fa star più male di tutte le altre.” Grazie al suo stile semplice, diretto, colloquiale, davvero particolare ed inconfondibile, Nori raggiunge il suo scopo: avvicinare il lettore (inclusa me) senza spaventarlo ai capolavori russi. Ripercorrendo le opere più significative, l’autore con questo divertente corso sintetico molto poco accademico, ci rende partecipi dei sentimenti da lui provati man mano che scopriva e leggeva un libro, uno scrittore dopo l’altro. Non ci dice come dovremmo sentirci, semplicemente ci racconta l’impatto che la letteratura russa ha avuto sulla sua vita.
Mentre leggevo, mi sono segnata tanti titoli di opere e mi sento pronta ad affrontarle!