L’autrice descrive l’avventura di coloro i quali affrontano un viaggio difficile e pericoloso per scappare dalla poverissima Nord Corea e rifugiarsi in Cina, dove spesso però diventano facile preda di loschi trafficanti senza scrupoli. La Lee si è impegnata personalmente per aiutare alcuni rifugiati, allestendo un ricovero che li ospitasse e desse loro riparo e dignità. Ed è stata questa esperienza a ispirarle il romanzo, che ci invita, fin dal titolo, ad immedesimarci nella triste e difficile condizione del profugo.
I tre protagonisti del romanzo sono dunque fuggiaschi, tre rifugiati che si ritrovano in Cina soli, poveri e allo sbando. Yongju è figlio di un collaboratore del Caro Leader, che, per un nonnulla, non è più gradito al crudele dittatore. In un attimo, la vita del ragazzo viene stravolta dall’insensata efferatezza del tiranno ed è costretto a fuggire da Pyongyang. Jangmi è povera e vive miseramente, fino a che, sola e incinta, riesce a varcare il confine. In Cina, la ragazza, affidandosi alle persone sbagliate, tenta la via del matrimonio combinato, per salvare sé stessa e la bimba che ha in grembo ma tutto andrà a rotoli. Il terzo protagonista è Danny, americano, figlio di cinesi, profondamente in crisi d’identità, che torna in Cina alla ricerca di risposte e conferme. I tre fuggiaschi, senza soldi né documenti, saranno vittime di ingiustizie e soprusi.
L’argomento trattato nel romanzo è decisamente molto attuale: non passa giorno ormai senza che la cronaca non riporti notizie su continui esodi di povera gente in fuga da miseria e guerre, sui tanti rischi che questi poveretti affrontano nella speranza di una vita migliore. Ed è recentissima l’indagine sulle infiltrazioni illecite di chi con crudeltà specula sui profughi. Molto interessante la parte del libro dedicata alla Corea del Nord, al Caro Leader, alle descrizioni di un mondo che davvero non conosciamo e che non capiamo, e al quale guardiamo con apprensione, visti i recenti proclami del tiranno. Una lettura interessante dunque, che consiglio a chi vuole saperne un po’ di più sull’argomento e a chi vuole sentirsi nordcoreano, almeno per un attimo, per essere partecipe delle sventure di quel popolo.
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