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Venerdì, 27 Gennaio 2017 16:41

IL BAMBINO NELLA NEVE, Wlodek Goldkorn, Feltrinelli

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Oggi, 27 gennaio, è il Giorno della Memoria, in ricordo delle vittime della Shoah. Sull’argomento, vorrei suggerire ai lettori del blog, il bel libro di Wlodek Goldkorn, scrittore, giornalista polacco, in Italia ormai da molti anni. Michela Murgia, (autrice di “Accabadora”, “Ave Mary”, “Chirù”) ne aveva ben parlato nella trasmissione di Rai3, “Quante storie”, e la ringrazio per il consiglio.

“Il bambino nella neve” è un libro di memorie dove l’autore, nella prima parte, ci racconta della sua infanzia e le storie tormentate della sua famiglia. I suoi genitori riuscirono a scappare in Kazakistan, evitando così di essere catturati dalle SS, e tornarono in Polonia, a Katowice, al termine del conflitto. Insoddisfatti del clima politico e preoccupati per il loro futuro, si trasferirono in Austria prima e in Israele poi, finché nei primi anni 70, lo scrittore scelse come sua Patria d’adozione l’Italia. Nel libro, tanti sono i punti dove il racconto si fa doloroso e angosciante; molti loro parenti, tra cui la nonna materna, una zia e alcuni cugini vennero uccisi ad Auschwitz. Nella seconda parte, l’autore ci descrive i campi di sterminio (Bełżec, Sobibór, Treblinka), luoghi tremendi dove i prigionieri transitavano soltanto: scendevano dai treni per entrare direttamente nelle camere a gas. Non ci sono quasi testimoni di questi campi, nessuno sopravviveva. Visitare quei luoghi è stato molto doloroso per l’autore che ha ritenuto però di dover fare questo viaggio, un passo necessario per cercare di sconfiggere la morte e affrontare di petto la parte più scabrosa dello sterminio.

Raccontare ancora e sempre di quell’orrore, ha per l’autore il gusto della vendetta, ed è fondamentale per non dimenticare e per insegnare a chi legge, a riconoscere il male qualora si ripresentasse.

Penso che della memoria vada fatto un uso politico. Si dice che una volta si portavano nelle miniere i canarini, uccelli sensibili ai gas. I canarini avvertivano i minatori quando la catastrofe era imminente. Ecco, per me la memoria significa essere un canarino nella miniera, dare l’allarme quando sento l’acre odore del razzismo.

La memoria della Shoah serve a difendere gli oppressi, i derelitti, coloro cui il potere toglie perfino la voce.”

A mio parere, queste due citazioni dal libro di Goldkorn, ben spiegano il motivo per il quale, ogni anno, è giusto ricordare i sei milioni di ebrei sacrificati, e lo faccio nel modo a me più consono: consigliandovi bei libri sull’argomento.

 

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Letto 1985 volte Ultima modifica il Lunedì, 21 Giugno 2021 10:30

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