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Venerdì, 26 Giugno 2020 15:31

FEBBRE, Jonathan Bazzi, Fandango

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Mi ha incuriosito sapere che la cinquina finale del Premio Strega quest’anno sarà in realtà una sestina. Ai primi cinque classificati, è stato aggiunto “Febbre” in quanto nella graduatoria non figurava un romanzo pubblicato da un editore minore, come vuole la regola del Premio. Ho pensato che, regolamento a parte, il libro avrebbe potuto essere bello, visto che aveva ottenuto ben 137 voti (il primo classificato “Il colibrì” di Sandro Veronesi ne ha presi 210) ed era stato proposto da Teresa Ciabatti. E infatti mi è piaciuto molto!

Potremmo definirlo un doppio romanzo: alterna infatti il racconto in prima persona del protagonista io narrante al tempo presente, narrando di quando gli viene una strana febbriciattola che non passa, a quello del tempo passato, nel quale l’autore descrive la sua vita a Rozzano, paese dell’hinterland milanese dove è nato e cresciuto. La febbre persistente costringe il sempre più acciaccato narratore, nonostante i mille timori, a fare esami ed indagini, fino alla tremenda diagnosi: si tratta di HIV, il terribile virus che ha ucciso circa trenta milioni di persone al mondo e per il quale, tra l’altro, non è ancora stato trovato un vaccino… Crescere a Rozzano, paese satellite di Milano, ma luogo abbastanza tipico della provincia italiana, ha condizionato il giovane Jonathan che si definisce un omosessuale non conforme. Entrambi gli argomenti trattati, la sieropositività e Rozzano come luogo di origine e formazione, stanno molto a cuore all’autore perché egli ritiene che abbiano contribuito in egual misura a renderlo ciò che egli è ora, ed ecco perché ne ha voluto parlare in un unico romanzo. Non dev’essere stato facile crescere a Rozzano, una specie di Bronx lombardo, con due genitori troppo giovani per esserlo e che ben presto si separeranno, allevato da nonni che poco c’entrano gli uni con gli altri, sballottato da una casa all’altra quando i genitori iniziano nuove relazioni, deriso per una balbuzie che gli impedisce di farsi valere, a scuola come con gli amici. E dev’essere difficile per un ragazzino, scoprire di essere omosessuale quando non puoi parlarne liberamente a causa dell’ ambiente retrogrado e ostile, tipico delle periferie dove vivi, e dove risulta difficile far valere la propria personalità.

La via del riscatto e l’affermazione della sua identità, tutta nuova, originalissima e non classificabile, così ricca di sfaccettature ma così diversa dai canoni tradizionali, sarà lunga e dolorosa, ma hanno portato Jonathan Bazzi a scrivere un gran bel romanzo.

Vincerà il Premio Strega? Se lo meriterebbe!

 

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Letto 1834 volte Ultima modifica il Lunedì, 21 Giugno 2021 10:09

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